Chi come me scrive conosce l’importanza delle parole, il loro valore e quanto esse siano fondamentali nel trasportare un messaggio. nel social network pero’ la parola diventa non il mezzo, ma il fine ultimo: il messaggio stesso. Tutto si ricopre di nuova luce e si accende di significati che vanno oltre ciò che è scritto. Si leggono i caratteri e i segni di interpunzione, l’orario in cui il messaggio prende forma, ed attraverso le sue stesse righe si legge un meta messaggio, fatto di intenzioni immaginate, di destinatari ipotetici e tanto altro. Ecco che tutto si travisa e si amplifica.Il potere della parola si potenzia e si veste di un ulteriore potere: “il non detto” e grazie a questo non diventa eroe salvifico di relazioni e amicizie, ma indossa i panni del distruttore di comunicazione e del fomentatore di animi irascibili che scatenano cosi la loro ira nel mondo virtuale, ma fatto di esseri umani, che è questa piattaforma dis-umana che si chiama Facebook. Una volta di più si dimostra come l’uomo riesca a usare in modo deleterio qualsiasi strumento abbia a disposizione. Facebook dovrebbe portare comunione e condivisione, invece per larga parte porta scontro e divisione. Peccato.
in principio fu la parola

Mi trovi della tua stessa veduta 😉👊
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Condivido il tuo pensiero, e desidero aggiungere che il limitare i rapporti umani al virtuale sta uccidendo il senso dell’umano.
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hai ragione. ma non solo. aumentano diffidenza e narcisismo. pertanto non si riesce sempre ad essere spontanei , ci si fa mille problemi e mille paranoie nel rapporto con gli altri. ogni gesto ed ogni parola è letta interpretata e spesso, purtroppo, travisata.
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Aumenta la paura; credo che, per i motivi più disparati, siamo tutti scottati da qualcosa e fondamentalmente non ci fidiamo più di nessuno.
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