Hai nascosto note profumate
fra i tuoi capelli di pentagramma
e respiri timidi e armoniosi
sulle colline dei tuoi seni turgidi.
Ho varcato i monti dell’oblio
e colorato d’arcobaleno
la valle in fondo al tuo ventre,
fra le corde d’arpa e i piatti d’ottone
del tuo ansimante piacere.
Mi son persa, mia Musa,
sulla tua pelle di luna
ricamata con l’inchiostro
delle mie emozioni.
Ancora stento a ritornare
ai giorni grigi e bigi
di questa catartica realtà irritante.
Eppure non solo petali, ma spine acuminate,
hai conficcato nel mio ventre
madido mentre lo baciavi.
Percuotimi il cuore ancora,
ancora e ancora come pelle di tamburo
che risuona e attraversa
la mia fragile essenza
coi tuoi sguardi di brace.
Non un sol giorno
voglio rinunciare a te,
mia linfa vitale,
mio male, mio tutto, mio niente!
Ahi quale vulcano hai partorito
nel mio maldestro olfatto!
Ahi quanto il tuo profumo
mi condanna a dannazione eterna!
Sei alba, tramonto ed Armagheddon
in questo mio animo tormentato
che avvinghiato al tuo respiro e fiato
pace più non trova.
Ahi nettare traditore, io ti anelo!
Che senza te non vivo!
E mi contorco dalla brama di sentirti
che mi scorri nelle vene.
Sei nelle mie retine,
nelle mie narici,
fra lingua e gengive di un gusto fatato.
Ma non mi basti e resti,
fra i neuroni e l’amigdala,
a rimbalzare fra i miei sogni
e la mia forzata veglia.
Non ho più voglia
di vivere la tua assenza
su fogli di carta pieni di desiderio
che questa matita mi strappa dalle dita
ancora umide di ogni tuo goloso umore.
Non posso vivere
senza più stringere
la seta della tua pelle,
il cotone dei tuoi capelli
e il cristallo dei tuoi occhi.
Voglio schiudermi fra le tue palpebre,
penetrare ogni tua cellula
e divenire alito inseparabile
dalla tua più profonda essenza.
E sentirmi tua,
fra le cascate dei tuoi baci,
le tue carezze di grano,
i tuoi sguardi di nuvola sublime.
Tua fino alla profondità
di ogni abisso della tua anima.
Tua fino nel sangue fertile di vita
che impaziente attende che io lo fecondi.
Tua sulle onde del tuo oceano
di emozioni incantate.
Tua in questa follia disarmante.
Tua fino a perdermi nella speranza
che l’universo ci accolga
sulla nave del firmamento
come immortali stelle luminose.